A proposito di: “TROPPO RUMORE PER 7 NOTE”
VENERDI’ 17 MARZO u.s., ore 20.45, presso il TEATRO della “CASA DELLE ARTI” in
Cernusco sul naviglio (MI), Via De Gasperi, 3/5, luci accese, sipario aperto sulla
penombra, un pianoforte in smoking, due fisarmoniche di cui una in bianco e l’altra
abbronzata.
Notato, fra il pubblico, un personaggio il cui aspetto riporta al “PEPIN” il Giuseppe
Verdi del Hayez pittore.
Oltre agli “attrezzi” dell’arte, i protagonisti dello spettacolo i maestri:
•
CLAUDIO MATTIOLI: pianista, fisarmonicista, cantante lirico (e non solo) a
registro “basso e baritono”;
•
MASSIMILIANO BARBOLINI: cantante lirico (ma non solo), a “registro” tenore.
La serata di cui all’incipit del presente suvenir, voluta e organizzata dall’Associazione
Onlus “Centro Studi e Ricerche Mediche Dottor GIANNI MORI” con l’egida del
Comune di Cernusco sul Naviglio (MI), la BCC Milano e i Lyons.
Le ragioni che hanno favorito l’iniziativa sono duplici: spezzare l’assedio di due anni
“COVID” che ci ha costretti all’isolamento anche psicologico e così ritrovarsi per
riprendere il cammino nell’obiettivo dei fini istituzionali. Preambolo del Presidente
dell’Associazione Ing. Aldo Galbiati il quale, dopo aver illustrato le finalità e i risultati
associativi, rende il saluto e ringrazia gli enti partecipativi. Presente il Dottor Giuseppe
Maino, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Milano (BCC Milano).
Applausi sulle luci che smorzandosi invitano al silenzio e all’attesa… che con diversa
scansione temporale il palcoscenico accoglie con un effetto a sorpresa.
Il Maestro Claudio Mattioli, nella penombra e al pianoforte esegue l’impressionistica
“CLAIR DE LUNE” debussyniana, la cui sonorità evocativa, notturna, lunare, apre come
promessa de: “Troppo rumore per 7 note”. Segue un monologo di Mattioli che chiama
in causa la fatica del pianista contrapposta al silenzio del pianoforte se non sollecitato
dalle mani e dalla perizia del musico.
Entra in scena il “PEPIN” cioè il Maestro Barbolini, icona ironica del grandissimo Verdi.
Da questo momento è un rincorrersi e intrecciarsi di brani musicali cantati (Mattioli/
Barbolini) o eseguiti agli strumenti (Mattioli) e monologhi, intermezzi verbali dei citati
Maestri accompagnati da lunghi applausi del pubblico.
Esecuzioni di musiche immortali del nostro patrimonio culturale melodrammatico: un
fiume sonoro e generoso che invade il teatro, si allarga come un respiro gigante, dona
gioia e bellezza di cui la vita di noi tutti ha bisogno.
Il Maestro Barbolini - Tenore - voce calibrata e robusta, d’ottima tenuta nei brani più
ardui, ha dato vita ad un lirismo intenso, evocativo della migliore tradizione operistica
italiana facendo rivivere arie del Verdi, Puccini, Leoncavallo.
Il Maestro Mattioli (basso/baritono, pianista/fisarmonicista) ha dato vita ad
interpretazioni indimenticabili accompagnandosi - e qui è la novità - con la
fisarmonica.Mi sia consentito una breve parentesi per presentare i due strumenti amati, posseduti
e utilizzati quali “ANIMA” dal Mattioli nell’esercizio della sua attività professionale.
Lo strumento in bianco è una “DALLA PE”, fisarmonica costruita da una delle migliori
fabbriche artigianali italiane - Stradella (PV) - oggi purtroppo non più operativa se non
come museo.
L’altra, “L’ABBRONZATA” è nata sempre a Stradella per opera delle mani e della
perizia dell’artigiano Signor Claudio Beltrami - Stradella (PV).
Strumenti dal suono affascinante, evocativo, brillante e nostalgico e la perizia del
Maestro Claudio Mattioli ne fa risaltare la bellezza e profondità dei registri.
Da dove deriva il nome dello strumento? Se la memoria non inganna, dal greco: “fusà
- armonikos” cioè mantice- armonico.
Mi si perdoni la chiacchierata e riprendiamo d’Arianna il filo.
Dal Maestro Mattioli abbiamo ascoltato un “MUSETTE” virtuosistico e una scintillante
“MARCIA TURCA” mozartiana - fisarmonica - e la cavatina di “FIGARO” e la
“CALUNNIA” del “BARBIERE DI SIVIGLIA” del Rossini (voce - fisarmonica), chiudendo
con il “CARUSO” di Dalla (voce - fisarmonica - pianoforte) dove il Mattioli s’è triplicato
con funambolico musical equilibrio.
Un dato inequivocabile della serata è che ogni esecuzione è stat salutata da applausi
prolungati e ovazioni.
Tutta la serata e lo spettacolo de: “TROPPO RUMORE PER 7 NOTE” sono stati una
costante e continua sorpresa ponendo in luce la profondità e la bellezza, aiutandoci a
conoscere sempre meglio cosa può scaturire dalle 7 note e dalla letteratura del
pentagramma, avvicinandoci ad una migliore familiarità con essa.
Ci si è accorti che sono trascorse quasi due ore nella musica: un viaggio nell’ironia
intelligente, nella fantasia dei suoni e delle parole, nelle divagazioni solo in apparenza
“ALTRO” che però riflettono tematiche sociali, culturali, che restano l’originale fucina
dei valori artistici.
La performance dei Maestri Mattioli e Barbolini, ci ha fatto percepire la profonda
partecipazione poetica al fatto musicale e allo stesso tempo una salda visione
interpretativa sempre vera e onesta del punto di vista del gesto artistico.
Concludendo, mi è facile riconoscere gli effetti di stimolo che i due artisti hanno
portato in scena attraverso quello straordinario connubio tra ragione, sentimento e
immaginazione che è il sale della vita.
Prolungati applausi ai Maestri augurando altri incontri. Si esce dal teatro incontro alla
notte e una vaga ansia di primavera.
A.B.